_comunicato #362
30 Dicembre 2008
Notifiche
Gli accertamenti catastali notificati dalla Agenzia del Territorio viziati all'origine: non è stato comunicato a suo tempo agli interessati l'avviso di inizio del procedimento ai sensi della legge 241/90; né sono mai state fatte comunicazioni tali da metter comunque in grado gli interessati di prender visione del procedimento e presentare osservazioni e deduzioni.

Valori alle stelle più alti di quelli attuali di mercato: una assurdità, considerato il trend discendente dei valori immobiliari conseguente alla crisi economica.

In ogni caso occorrono nuove norme procedurali in grado di assicurare una piena trasparenza del procedimento catastale.


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Come preannunciato da Assoedilizia due settimane fa, stanno arrivando a pioggia, cumulativamente ed in bustone onnicomprensive, distinte per stabili e per proprietari, le notifiche degli avvisi di accertamento dei nuovi classamenti e delle nuove rendite attribuiti a seguito della revisione compiuta dalla Agenzia del Territorio di Milano relativamente agli immobili compresi nelle 4 microzone individuate dal Comune di Milano.

Poiché i procedimenti di revisione, previsti dal comma 335 dell'art 1 della legge 30-12-2004 n.311 (quelli in questione, appunto), non si sostanziano in atti amministrativi di natura "autoritativa" o aventi valore normativo generale, ma sono procedimenti ad personam che danno luogo a provvedimenti specifici, si sarebbe dovuto notificare l'avviso di inizio del procedimento previsto dalla legge 241/90; o comunque procedere a comunicazioni idonee a consentire l'esercizio dei diritti di difesa da parte degli interessati.

Il che non è avvenuto; anzi, nelle poche occasioni in cui se ne sono occupati i mass media, ciò è stato per esclusivo merito di Assoedilizia, che ha denunciato quanto stava avvenendo, potendo far solo ciò che era permesso ad un osservatore esterno che argomenta per induzione, cercando di intuire ciò che sta accadendo.

A riprova della assoluta incertezza nella quale si sono mossi i contribuenti e della inesistente trasparenza del procedimento (come reiteratamente denunciato da Assoedilizia), il fatto che, quando è stato promosso ricorso al TAR contro il procedimento in atto, da parte di un nostro associato, lo stesso si è sentito eccepire il difetto di legittimazione a ricorrere, perché l'immobile non rientrava in una delle zone interessate dalla operazione catastale.

E quanti altri, credendo di esser fuori sono invece dentro le zone?

E come sono composte le diverse microzone?
La deliberazione del Consiglio Comunale di Milano (risalente al 1998) è a sua volta affetta da illegittimità di vario genere ed andava disattesa.

L'ente obbligato alla comunicazione poteva essere o l'Agenzia del Territorio o addirittura il Comune di Milano; a seguito della richiesta in data 14 ottobre 2005 prot.n.23624 (che definiamo arbitraria per vizi della delibera del 1998, nonché per incostituzionalità della legge del 2004 e per motivi di merito,quali errori di valutazione e di determinazione) con la quale si è deciso di chiedere alla Agenzia l'apertura di una procedura mirata a promuovere in modo specifico la revisione del classamento solo di alcuni immobili; ed in particolare di quelli compresi nelle 4 (individuate) delle 55 microzone in cui era stata suddivisa la città.

Il Comune di Milano ha promosso dunque un procedimento amministrativo specifico, riguardante circa 50.000 unità catastali delle oltre 770.000 presenti nel territorio comunale.

Era dunque preciso dovere degli enti procedenti quello di effettuare le prescritte comunicazioni per consentire quella trasparenza voluta dalla legge, che è l'unica garanzia per il contribuente, sul piano della giustizia tributaria.

Achille Colombo Clerici
Pres. Assoedilizia


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