_news #43
15 Novembre 2007
No ad affitti pubblici agevolati
“Facciamo volontariato. E’ giusto pagare affitti ridotti”. E’ questo in sintesi il pensiero di molte organizzazioni non lucrative che tengono in locazione alloggi di proprietà di enti pubblici a canoni di favore.
Mi dispiace dissentire da chi svolge una attività di interesse comune, e ritiene, in buona fede, che una situazione, quale quella rappresentata, possa essere socialmente corretta.
Non metto in dubbio la legittimità della pretesa di ottenere un concorso finanziario pubblico a sostegno della attività svolta.
Ciò che non mi sembra corretto è il modo con cui il sostegno, nella specie, si realizza.
Nel nostro Paese, troppo spesso ed a tutti i livelli di governo si sono confusi il Welfare, la solidarietà, la sussidiarietà verticale con il lassismo ed il permissivismo. E’ senz’altro il retaggio di uno Stato ottocentesco che non è riuscito a modernizzarsi.
In tal modo, in alcune regioni cosiddette “povere”si continua a “chiudere un occhio” sull’evasione fiscale, o si distribuiscono a pioggia appalti, opere pubbliche (indipendentemente da reali bisogni) come mezzo indiretto per perequare; in altri termini per far ricadere risorse economiche sul territorio.
Analogamente le agevolazioni, gli sgravi, le esenzioni, i trattamenti di favore non sono un buon modo di concepire l’aiuto, pur doveroso, alle attività socialmente meritorie: siano esse esercitate da associazioni di volontariato, da partiti politici, da negozi storici, e via dicendo.
Le imposte, i corrispettivi di prestazioni economiche (quali sono i canoni di locazione) si debbono pagare per intero. E parallelamente l’ente pubblico, se ricorrono i presupposti e le condizioni di legge, deve erogare contributi, finanziamenti, sussistenze varie, secondo un rigoroso criterio che discenda dalla norma giuridica, e non viceversa sulla base di una discrezionalità degli uffici o dei responsabili politici, come avviene ora.
Diversamente, non si visualizzano, né l’entità di benefici concessi, né i titolari di tali benefici. Tutto questo a scapito della trasparenza amministrativa necessaria all’equità sociale.
Achille Colombo Clerici
Presidente di Assoedilizia
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