_news #269
30 Novembre 2010
Convegno del 1 dicembre “Milano in qualità”
Qualità e sviluppo

Giacomo Elias, Tavola Rotonda Comune di Milano 1° dicembre 2010

Quando verso la fine del 2006 la Sindaco Letizia Moratti ha dato l’avvio al Progetto “Milano Semplice”, aveva ben chiaro che occorreva guardare alla Amministrazione Comunale con occhi diversi. A questo fine ha costituito, prima in Italia, l’Assessorato alla “Qualità, Servizi al Cittadino e Semplificazione, Servizi Civici”, all’interno del quale opera il Settore “Qualità e Semplificazione”.

La complessità che caratterizza sempre, ma soprattutto nell’epoca nella quale viviamo, i fenomeni socio-economici richiede che la pubblica amministrazione operi, al fine di garantire l’interesse comune senza costituire un ostacolo alla libera iniziativa di cittadini e imprese, con grande capacità e tempestività di adattamento alla dinamica dei fenomeni sociali.

Se guardiamo alla organizzazione tradizionale della pubblica amministrazione ci appare una struttura rigida, affetta da regole stratificatesi nel tempo e spesso non più giustificate dalle ragioni che hanno indotto a stabilirle, formalmente, ma non sostanzialmente, trasparente, prescrittiva, ma non rispondente alle esigenze di chi amministra.

Come può una simile organizzazione affrontare le sollecitazioni complesse (non “complicate”) che le provengono dalla società civile come, ad esempio, quelle prodotte dal fenomeno della immigrazione?

Non desta meraviglia se il Libro bianco “La Governance Europea” [1], pubblicato nell’agosto del 2001 dalla Commissione delle Comunità Europee, inizia con la frase: “I responsabili politici di tutta Europa sono oggi alle prese con un vero paradosso: da un lato, gli Europei chiedono loro di risolvere i grandi problemi della nostra società, dall’altro, questi stessi cittadini nutrono sempre minor fiducia nelle istituzioni e nelle politiche che queste adottano, o finiscono per disinteressarsene”.

Non sono i politici inadeguati (almeno in linea di principio): lo sono gli strumenti che hanno a disposizione a esserlo. Non è questa la sede per trattare la teoria dei Sistemi Complessi Adattivi, ma vale la pena di ricordarne le principali caratteristiche; esse sono:

•La co-evoluzione, ossia dalla capacità del sistema di cambiare per adattarsi all’ambiente circostante in rapida evoluzione; questo, a sua volta, cambia a seguito dei cambiamenti del sistema;
•la presenza di situazioni di non equilibrio accompagnate da reazioni positive causate dalle perturbazioni indotte nel sistema;
•la dinamicità del processo di adattamento che costituisce la forza motrice (driving force) dello sviluppo del sistema;
•le trasformazioni del sistema, intese non come modifiche parziali, ma come profondi cambiamenti indotti da impulsi anche di modesta entità (butterfly effect); questo concetto è contenuto anche nella così detta seconda legge del Caos:
tutti gli avvenimenti “maggiori” apparentemente inattesi non sono altro che la somma di tanti avvenimenti “minori” passati inosservati”;
•il comportamento o proprietà emergente, che può comparire quando un numero di entità semplici (agents operano in un ambiente, dando origine a comportamenti più complessi in quanto collettività; la proprietà emergente non è prevedibile, non ha precedenti e rappresenta un nuovo livello di evoluzione del sistema.
Alla luce di quanto precede occorre quindi riconsiderare l’adeguatezza:

•dei modelli organizzativi
•dei metodi per la formulazione delle politiche
•degli strumenti conoscitivi
•delle tecniche di valutazione dei risultati.
ora a disposizione e utilizzati nell’ambito della governance.

Il Progetto “Milano Semplice” e l’adozione di un Sistema di Gestione Integrato Qualità e Ambiente (ai quali auspico si aggiungano presto le voci Sicurezza e Responsabilità sociale) costituisce la presa di coscienza di questa esigenza e l’attuazione delle azioni correttive conseguenti. In particolare esso ha consentito di organizzare l’Amministrazione per processi e non più per linee di prodotto. Questa scelta elimina le “zone grigie” (quelle nelle quali non è chiaro chi ebbe intervenire) tra le diverse funzioni, favorendone la collaborazione e, quindi, si concreta in una più pronta risposta alle esigenze dei cittadini e delle imprese.

Milano si accinge così ad affrontare le nuove sfide che la complessa società dei nostri giorni le lancia ogni giorno con flessibilità e incisività, inserendosi a pieno titolo nel processo di sviluppo globale.

Questo risultato si deve non solo alla lungimiranza di coloro che la amministrano, ma anche alla competenza e alla maturità professionale di quanti operano ogni giorno nelle direzioni, nei settori e negli uffici. A tutti costoro deve andare la riconoscenza della Città e di chi opera quotidianamente nel suo ambito.


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1] Bruxelles, 5.8.2001, COM(2001) 428 definitivo/2


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