_news #182
12 Maggio 2009
Assoedilizia riceve e pubblica - Osservazioni sul Piano casa
Spett.le Assoedilizia
All’att.ne del presidente avv. Achille Colombo Clerici

E’ in discussione il Decreto sul Piano casa che, a quanto è stato abbondantemente pubblicizzato, dovrebbe consentire ampliamenti fino al 20% del volume soprattutto, ma non solo, per le abitazioni mono-bifamiliari e fino al 30-35% in caso di demolizione-ricostruzione, per il rilancio dell’edilizia.
Stando al testo di tale Decreto, datato 16-4-2009, attualmente in discussione, e a quanto pubblicato da diversi articoli sull’argomento, risulta purtroppo che si stanno preparando a livello nazionale norme che in realtà di ampliamenti ne consentiranno ben pochi.
Infatti né il decreto in discussione né, a quanto pare, il disegno di legge che lo seguirà prevedono l'abrogazione o la modifica delle norme del DM 1444/68, che dunque restano in vigore e che impongono in tutte le zone omogenee eccetto le A (centri storici) la DISTANZA di almeno 10m fra edifici antistanti in presenza di una parete finestrata (la gran parte dei casi), 5m dal confine.
E’ una distanza dal confine assai maggiore di quella di 1,5m (3m fra edifici) del Codice Civile. La differenza è di ben 3,5m. A pensarci bene, è giusto lo spazio di una stanza, come quella che molti vorrebbero.
Le abitazioni mono-bifamiliari con piccolo scoperto che solitamente si trovano nelle semiperiferie o nelle periferie, zone in gran parte senza particolari vincoli artistici o paesaggistici, distano raramente più di 5 m dal confine del lotto e più di 10m dalle abitazioni vicine. Quelle costruite fino agli anni 50-60 spesso vi distano meno.
In tutti questi casi nelle zone omogenee residenziali B e C si potrebbero fare abbastanza ampliamenti solo se si deroga alle distanze del DM 1444/68, con applicazione tout court di quelle del Codice Civile, magari per un lasso di tempo limitato, oppure con introduzione di norme un po’ più restrittive di quest’ultimo ma meno restrittive del DM 1444/68.
A puro titolo di esempio, potrebbe essere consentito l’ampliamento fino alla distanza di 1,5m dal confine se nel lotto attiguo vi sono di fronte un garage, un magazzino o una parete di unità abitativa senza finestre e l’ampliamento fino alla distanza di 2-3m dal confine se nel fondo attiguo vi è di fronte una parete finestrata, magari limitando l’altezza dell’ampliamento al solo piano terra, per non chiudere la visuale, ecc., e magari lasciando libertà alle Regioni che lo vogliono di stabilire distanze più restrittive in tutto il loro territorio o in certe zone, per motivi ambientali, idrogeologici, paesaggistici o storico-culturali.
Si potrebbe anche prevedere la possibilità di installare vicino ai confini del lotto le tettoie o pensiline di protezione degli automezzi, cosa che di fatto avviene già di frequente, perché la gente ha lo spazio che ha. Ma di tutto questo non c’è traccia né nel Decreto né, a quanto pare, nel Disegno di legge.
Conclusione: POTRA' AMPLIARE SOLO CHI PUO' GIA' FARLO IN BASE ALLE NORME VIGENTI, a prescindere da quelle future del Piano casa, che serviranno ben poco a tal fine. Non potranno invece farlo i tanti che lo vorrebbero, ma che ne sono impediti dalle norme in vigore sulle distanze.
Riguardo al Titolo abilitativo per ampliare, si è parlato di DIA e di certificazione del progettista in sostituzione del Permesso di costruire. Preparato il progetto, tale procedura avrebbero effettivamente consentito l’avvio immediato o nel giro di 1 mese dei lavori. Ma nel testo del decreto attualmente in discussione non c’è nulla di tutto ciò.
C’è solo la sostituzione della DIA con una comunicazione nei casi di manutenzione straordinaria non strutturale, pavimentazione esterna, impianti solari, ecc. Nulla a che vedere con gli ampliamenti.
In particolare non vi è alcuna deroga o modifica dell’art. 10 del Dpr 380/2001 che, per gli ampliamenti, prevede il PERMESSO DI COSTRUIRE, con il lungo periodo d’attesa di parecchi mesi o di anni che ne deriva. Anche qui dunque tutto rimane come adesso.
Le norme sulle distanze del DM 1444/68 e quelle del Dpr 380/2001sul Permesso di costruire in caso di ampliamento non possono essere né abrogate né modificate dalle leggi regionali. Trattandosi di norme statali, possono esserlo solo da una legge dello stato. SE NON LO FA IL DECRETO IN DISCUSSIONE (e nel testo attuale non lo fa), si rimane allo status quo, e quindi addio ampliamenti e rilancio dell’edilizia a breve scadenza, quella dei tempi di approvazione delle leggi regionali e poi di quelli tecnici per i progetti e per le necessarie certificazioni.
Forse i titoli abilitativi verranno semplificati dal futuro Disegno di legge ma, tenendo conto dei tempi di elaborazione e poi di approvazione da parte dei 2 rami del Parlamento, si andrà realisticamente a dopo le ferie estive, quindi addio rilancio immediato dell’edilizia. In ogni caso, con i vincoli attuali sulle distanze, di ampliamenti se ne potranno fare ben pochi.
Doverosa l'entrata in vigore delle norme antisismiche, però si tratta di una complicazione (necessaria) e non di una semplificazione. Se fosse stata inserita fin dall'inizio, invece di prevedere addirittura facilitazioni in tale materia prima del terremoto in Abruzzo (non certo il primo nell'Italia in gran parte sismica!), si sarebbe perso meno tempo.
In conclusione, in base alle norme vigenti e al testo in discussione, invece di parlare di Piano casa per gli "ampliamenti" si dovrebbe parlare più propriamente di "Piano di semplificazione per gli interventi di non ampliamento e per la sicurezza antisismica". Il che è già qualcosa, ma non servirà granché allo sviluppo edilizio.
Perchè si illudono i proprietari di case e le ditte edili pubblicizzando ampliamenti per il rilancio immediato dell'edilizia senza adeguare le norme a livello nazionale per consentirli effettivamente?
E’ auspicabile che Assoedilizia, storica Associazione della Proprietà Edilizia, faccia sentire tempestivamente nelle sedi appropriate la sua voce perché vengano inserite nel testo del decreto in discussione le modifiche alle norme vigenti, in particolare sulle distanze e sul Titolo abilitativo, che consentano effettivamente l’avvio degli ampliamenti a breve termine e il conseguente rilancio urgente dell’edilizia in funzione anticrisi.

Distinti saluti
A. V.
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