_comunicato #482
16 Ottobre 2009
Infrastrutture grandi progetti scarse risorse
Al 39° Incontro di Studi Ce.S.E.T., co-patrocinato da Assoedilizia, che ha aperto i lavori all’Università degli Studi di Milano interessanti analisi sulle grandi opere. Domani conclusione con il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni
Milano, 16 ottobre 2009 – Interessante analisi del programma di grandi opere infrastrutturali programmate dallo Stato al 39° Incontro di Studi Ce.S.E.T co-sponsorizzato da Assoedilizia. L’Incontro si conclude domattina all’Università Statale di Milano con una tavola rotonda (cui partecipa il Presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici) aperta dal Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Secondo le relazioni del Prof. Andrea Boitani e del Prof. Marco Guido Ponti, a disposizione dell’Anas (strade e autostrade) ci sarebbero meno della metà dei 29 miliardi di investimenti previsti dal 2007 al 2011 mentre per le Ferrovie (Alta Velocità, Alta Capacità e rete convenzionale) le risorse da reperire sarebbero del 50%; il Ponte sullo Stretto che verrà inaugurato il 23 dicembre è privo non solo della copertura finanziaria ma anche del progetto esecutivo; i rapporti costi-benefici della linea ferroviaria Alta Capacità Torino-Lione (quella delle proteste in Val di Susa per intenderci) e dell’autostrada del Tirreno, a causa di alcuni “errori” negli studi di valutazione sono diventati “fortemente positivi” invece che “fortemente negativi”.
Stamane i lavori sono iniziati con i saluti dell’organizzatore Prof. Mario Polelli, del Prorettore della Statale Prof. Casati, del Presidente Ce.S.E.T. Prof. Augusto Marinelli, Rettore dell’Università degli Studi di Firenze e dell’Assessore per la Pianificazione del Territorio della Provincia di Milano Ing. Fabio Altitonante. Quindi due Sessioni mattutine: la prima, chairman il Prof. Luigi Costato dell’Università di Ferrara, ha trattato il quadro finanziario degli investimenti (Prof. Andrea Boitani), il quadro delle infrastrutture urbane (prof. Lanfranco Senn), la valutazione nell’ambito delle espropriazioni per pubblica utilità (Prof. Mario Polelli); la seconda sessione, chairman il Prof. Giuseppe Stellin, Università degli Studi di Padova, ha affrontato i temi: la valutazione delle infrastrutture extraurbane (Prof. Marco Guida Ponti), le infrastrutture nel processo di sviluppo delle aree metropolitane (Prof. Giulio Mondini), la definizione delle aree strategiche e della governante delle Infrastrutture (Prof. Enrico Cicciotti). Hanno concluso, nel pomeriggio, le Sessioni parallele coordinate dai Professori Enrico Marone, Paolo Rosato, Luigi Costato.
La Lombardia, che detiene il 50% dell’interscambio totale del Nord-Italia, nel confronto con le 132 principali regioni dei 5 paesi più importanti d’Europa, si colloca al 71° posto per dotazione ferroviaria ed al 91° per quella stradale. Nell’Italia stessa, la nostra Regione si situa al 14° posto nel rapporto Km / abitanti, quanto a rete stradale e ferroviaria.
La realizzazione di importanti infrastrutture – quali Pedemontana, Brebemi, Teem, Tibre (Tirreno-Brennero) avviata o in procinto di esserlo – è destinata a ridurre od eliminare il gap. Ma quali conseguenze la nuova rete autostradale avrà sul territorio e sui suoi abitanti sia in termini economici che di vivibilità? Entrano infatti in gioco una serie di fattori qualificanti che non si riconducono esclusivamente a plusvalori economici: si parla addirittura (vedi Commissione Sarkozy) di “felicità interna lorda” per valutare il grado di soddisfacimento di questa esigenza da parte dei cittadini.
Tali infrastrutture stradali porteranno nei prossimi anni ad investimenti di oltre 10 miliardi di euro, dei quali in media il 15% riguarderà gli espropri. Le imprese interessate dai lavori saranno oltre mille e porteranno nel prossimo quinquennio ad un aumento occupazionale di oltre 100.000 addetti nei diversi settori.
Ci sarà un ingente impatto sul territorio lombardo, sia dal punto di vista ambientale che socio-economico; centinaia saranno i chilometri di strade che attraverseranno e modificheranno i terreni regionali e si stima che in tale ambito verranno abbattuti circa 4.000 fabbricati, con una consistente riduzione di suolo agricolo a favore del processo di urbanizzazione.
Peraltro la nuova tendenza sarà quella di individuare attorno al sistema autostradale nuove opportunità di poli di sviluppo, soprattutto in corrispondenza dei caselli di uscita, attraverso intese tra operatori e comuni, anche mediante forme finanziarie nuove quali il project financing.
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