_comunicato #470
05 Settembre 2009
Meeting Ambrosetti Economia. Cernobbio 2009. Dichiarazione del presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici: Autunno caldo per le locazioni
E’ la convinzione del Presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici che partecipa al Meeting Ambrosetti sull’Economia di Cernobbio

Autunno caldo per le locazioni.

Lo prevede il Presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici a commento di una analisi del “Centro Studi Cittadino e Fisco” di Assoedilizia che esamina alcuni fattori incidenti sull’andamento del comparto: la crisi generale dell’economia, con il rallentamento del dinamismo della domanda- offerta di locazione, le difficoltà economiche di molte famiglie di lavoratori-inquilini, il blocco delle immigrazioni sia interne sia dall’estero, il calo dei tassi di interesse sui mutui, il consistente turn-over degli inquilini, la progressiva riduzione del fondo sociale affitti, la mancata introduzione della cedolare secca.

Rispondendo innanzitutto ai dati forniti dai centri studi specializzati, secondo i quali nel decennio 1999-2008 i canoni di locazione abitativa in Italia sono aumentati mediamente del 60-70%, Assoedilizia precisa che nello stesso periodo l’inflazione è stata del 38%: gli incrementi reali si riducono quindi al 20-30%, due o tre punti all’anno; inferiori all’incremento registrato da molti servizi e gravati oltretutto da un progressivo aumento della pressione fiscale.

Fra le cause principali della crisi del settore delle locazioni, la perdita o il cambiamento del posto di lavoro, la riduzione delle entrate assieme ad altri fattori creano difficoltà ai conduttori nel pagare l’affitto con conseguente incremento degli sfratti per morosità, che oggi rappresentano il 70-80% del totale.

Per contro il fondo governativo di sostegno affitti per le famiglie in difficoltà si è dimezzato dal 2001.

Ma a ridurre la domanda di case in locazione residenziale e ad accentuare la rotazione degli inquilini concorrono altri fattori: i tassi dei mutui che hanno raggiunto livelli minimi e resteranno tali presumibilmente per lungo tempo e i valori di mercato degli immobili in discesa inducono chi cerca casa a puntare sull’acquisto.

D’altronde, l’ipotesi del proprietario che preferisce locare per breve tempo è, nella grande maggioranza dei casi, fuori di logica perché anzitutto la rarefazione della domanda di locazione rende prezioso l’inquilino corretto e solvente, e poi perché la gestione amministrativa, sul piano contrattuale e dei rapporti con l’inquilinato, di un patrimonio edilizio caratterizzato da uno spiccato turn over degli inquilini, è impegnativa e costosa e presenta il rischio di vuoti di affittanza .

Il risultato è che il proprietario subisce le conseguenze della recessione al pari di ogni altro operatore economico, con in più l’aggravio del risparmio investito nel bene a reddito che si svaluta.

Per evitare la continua fuga dell’investimento dal settore (tanto più grave socialmente in quanto il pubblico non costruisce più alloggi, anzi tende a dismettere quelli in patrimonio) e per calmierare, al contempo, i canoni delle locazioni, si rende pertanto quanto mai urgente la tassazione separata dei redditi immobiliari (la cosiddetta “cedolare secca”) equiparandola a quella dei redditi mobiliari.

Una misura dunque di incentivazione dell’investimento privato nella locazione che, oltre a far emergere il sommerso negli affitti, avrebbe un decisa portata anticiclica, in quanto propulsiva del PIL, secondo stime del Centro studi economici e fiscali di Assoedilizia, nell’ordine dell’1-1,5% .

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