_comunicato #361
29 Dicembre 2008
Ricerca del CESCAT-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia

LA FAMIGLIA ITALIANA - risparmiatrice operosa e depositaria di una tradizione di solidarietà e di comunanza - DIGA ALLA CRISI ECONOMICA E VOLANO DELLA RIPRESA

Proprietari immobiliari 38 milioni di soggetti: valore medio 150/200 mila euro.
Milano – In controtendenza rispetto alla ristretta pattuglia dei Paesi più avanzati, il risparmio della famiglia italiana resta nel complesso il punto di forza della nostra economia: capace di resistere alle conseguenze della recessione e di costituire il volano della ripresa, anche se permane – e in qualche misura si aggrava – il fenomeno della povertà (uno choc il 4,5% delle famiglie a rischio fame). E pure indicativo è il fatto che la metà della ricchezza sia concentrata nel 10% delle famiglie.

Se in 11 anni (1997-2007) la ricchezza (miliardi di euro correnti) è quasi raddoppiata, un andamento analogo ha colpito le passività finanziarie, aumentate sensibilmente nell'anno 2008.

E’ quanto emerge da una ricerca del CESCAT- Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia.



LE FAMIGLIE ITALIANE

Il dato nazionale parla di una ricchezza delle famiglie (abitazioni, terreni, depositi, azioni ecc.) meno i debiti (mutui e prestiti) pari ad oltre 8.500 miliardi di euro, 5,5 volte il Pil: media famiglia 360.000 euro, 143.000 euro pro-capite. La ricchezza si è mantenuta nel 2008 nonostante il crollo della Borsa. Resta infatti ridotto il numero delle famiglie che si affida a Piazza Affari (1,2 milioni, il 7% del totale) e le pur consistenti perdite sono state quasi interamente compensate da una dinamica del valore delle abitazioni ancora favorevole.



I soggetti proprietari di fabbricati sono 38 milioni, dei quali 9 milioni proprietari anche di terreni.

Valore medio della proprietà, per ogni soggetto circa 150/200 mila euro (dato Assoedilizia).

Altro aspetto positivo, l’indebitamento (quasi 800 miliardi di euro) che supera il reddito riguarda soltanto il 3% della popolazione, una percentuale di gran lunga più bassa rispetto a quanto registrano Usa, Gran Bretagna, Francia. Inoltre il totale dei debiti degli italiani è pari al 65% del reddito contro l’89% dei francesi, il 105% dei tedeschi, il 140% degli americani, il 169% degli inglesi. Il debito pubblico (1629 miliardi di euro), il secondo al mondo, è la conseguenza della dissennata politica economica degli anni ’80, non certo dell’assenza di risparmio delle famiglie.

Qualche altro dato. Famiglie con debito uguale o superiore ad un terzo del reddito: 332.000 (1,4%); famiglie con debito pari o superiore al 50% del reddito : 93.000 (0,4%); rapporto con le banche: insolventi 1,7%, difficoltà nel rimborsare i prestiti 6,3%. Poveri 12,9% della popolazione e 11,1% delle famiglie. Risparmio finanziario: 51,8 mld pari al 3,4 del Pil (ma solo 1,2% se depurato dall’ inflazione), mentre nel 2004 era stato di 83,6 mld (6% del Pil). Il risparmio quindi è calato, in tre anni, del 38% in termini assoluti: comunque è superiore alla media europea (3,1%) mentre Usa e G. Bretagna sono negativi.



LE FAMIGLIE LOMBARDE

Con un reddito procapite di 27.500 euro annui, pari a 64.000 euro per famiglia (in Lombardia risiedono 9.645.000 persone che compongono 4.133.000 famiglie) la regione è nel gruppo di testa delle regioni più ricche d’Italia. Alto è pure l’indebitamento, pari a 15.500 euro procapite. Le sofferenze bancarie riguardano lo 0,9% delle famiglie, con un aumento dello 0,3% (cioè di un terzo) rispetto all’anno precedente. 4,7% le famiglie lombarde che vivono sotto la soglia di povertà (970 euro/mese famiglia di due persone), la percentuale minore in Italia subito dopo l'Emilia Romagna (3,9%).

Risparmiare nel 2008 è stato possibile per il 19% delle famiglie lombarde (30% Bergamo, 19% Varese, 17% Monza, 16% Milano, 15% Brescia), ma una percentuale quasi uguale ha visto intaccati i risparmi oppure aumentati i debiti. Il 60% delle famiglie ha pareggiato i conti.

Ecco quanto spendono le famiglie milanesi, in percentuale del proprio reddito. Alimenti e bevande (17,1%); Casa (25%); Abbigliamento e calzature (6,8%); Trasporti (14,1%); Altri beni e servizi (12,4%); Sanità (4%); Combustibili ed Energia (4,2%); Tempo libero e Cultura (5,6%); Altre spese (comunicazioni-istruzione-tabacchi 10,8%).

In prospettiva sono destinati a crescere nelle percentuali gli alimentari, i trasporti, e tutte le spese non comprimibili; mentre diminuiranno sensibilmente le spese per beni durevoli.




Assoedilizia, la borghesia storica di Milano e della Lombardia
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