22 Dicembre 2008
Razionalizzazione dei benefici fiscali: detrazioni del 55%
Assoedilizia - che come di consueto cerca di privilegiare le ragioni della logica e della giustizia, e che è stata la prima a denunciare l'iniquità della retroattività della riduzione di fatto delle detrazioni del 55 % - illustra le ragioni che, per esigenze di essenzialità esplicativa, non ha potuto esprimere a corredo della presa di posizione sul regime agevolativo (detrazione del 55 %) riservato sul piano fiscale a finestre, doppi vetri, serramenti vari, portoncini d'ingresso e quant'altro; con il suggerimento di posporre nella agevolazione (non escludere) questi interventi rispetto a quelli obbligatori per legge.
Si sottolinea anzitutto come il nostro suggerimento non sia inopinato e gratuito; ma derivi dall'esigenza di verificare una gradualità di rilevanza degli interventi ammessi ai benefici, nel momento in cui il Ministro competente dichiara che non si dovrà splafonare rispetto ad una data previsione di copertura, nel bilancio statale.
In secondo luogo non si contesta, sul piano teorico, l'efficacia delle strutture in questione, volte a realizzare un isolamento a tenuta stagna dei diversi ambienti.
Ma si sottolinea la scarsa rilevanza ai fini del risparmio energetico collettivo (che è il solo che conta ai fini di giustificare agli occhi della collettività appunto il costo delle agevolazioni per le finanze pubbliche): visto che per ottenere qualche risultato si dovrebbero cambiare anche i costumi degli italiani.
Perché bisognerebbe spiegare a tutte le massaie che non c'è bisogno, per fare le faccende di casa e "cambiare l'aria", di lasciar aperte le finestre per ore, facendo in tal modo raffreddare i muri di tutti gli ambienti.
E poi bisognerebbe imporre di non lasciare socchiuse le finestre, quando c'è troppo caldo, per far entrare un po' di aria fresca: ma prescrivere di far funzionare l'umidificatore rendendolo obbligatorio nelle case, e di abbassare al contempo il livello del riscaldamento.
Al legislatore bisognerebbe dire che, se favorisce l'installazione di serramenti a tenuta stagna, ma poi prescrive l'obbligatorietà dell'apertura di un buco di 100 cmq., per l'aerazione ai fini della sicurezza-metano, il beneficio del risparmio energetico va a farsi benedire.
Senza dire, infine, del fatto che metà dell'Italia beneficia delle agevolazioni fiscali pur non essendovi, per motivi climatici, alcuna necessità stringente di ricorrere nelle case a doppi vetri antitermici, serramenti e portoncini d'ingresso sigillati.
Ed allora, le questioni non sono così semplici come potrebbero apparire a prima vista.
E comunque la valutazione complessiva e finale va fatta a livello di comparazione tra benefici pubblici e costi pubblici; e non altro.
Segue per chiarezza la nostra presa di posizione:
Razionalizzare il sistema delle detrazioni del 55 % per gli interventi energetici sugli edifici.
Il presidente Achille Colombo Clerici dichiara:
“Non si può disconoscere che il ministro Tremonti abbia une certa ragione quando, a proposito delle detrazioni del 55% connesse agli interventi per il risparmio energetico degli edifici dice "basta con i crediti d'imposta usati come bancomat".
I problemi discendono da una stortura di fondo contenuta nel sistema. L'equiparazione, sul piano delle agevolazioni, da un lato degli interventi strutturali, imposti per legge (ad esempio la sostituzione dei generatori di calore, l'installazione delle valvole termostatiche sui caloriferi,la realizzazione di impianti per l'energia rinnovabile imposta dai vari regolamenti ecc.) per i quali la misura fiscale andrebbe assicurata comunque.
D'altro lato delle opere facoltative, molte delle quali scarsamente utili, se non ininfluenti o addirittura inutili (come i portoncini di ingresso) sul piano energetico generale.
L'anno scorso le pratiche sono state 106mila (spesa media per ogni intervento 14.150 euro: dato ANCE).
Le domande in generale, comprese quelle con l'obbligo di allegare l'attestato di riqualificazione, presentano le seguenti percentuali: coibentazione, infissi e finestre, portoncini e simili il 37%; la sostituzione di caldaie il 27% e i pannelli solari termici il 19%.
Una parte rilevante delle richieste riguarda dunque la sostituzione degli infissi e delle finestre.
Opere queste che, per una serie di ragioni - fra le quali le pratiche domestiche legate alla salute umana - rientrano nella seconda delle categorie che abbiamo indicato: tanto che la normativa se ne guarda bene dal renderle obbligatorie.
Una razionalizzazione dunque del sistema delle detrazioni passa anche attraverso questa distinzione di fondo; che dovrebbe portare a posporre nel sistema dei crediti d'imposta tutte le opere facoltative e complementari.”
Assoedilizia, la borghesia storica di Milano e della Lombardia