_comunicato #293
07 Settembre 2008
Colombo Clerici: basta tasse sugli immobili.
Per garantire l'autonomia impositiva dei Comuni Assoedilizia propone una soluzione: l'ISCO
Milano, 7 settembre 2008 - Nel vivace dibattito in corso sull’ipotesi di una nuova tassa sulla casa che consenta, sostituendo l’ICI, autonomia impositiva ai Comuni, il Presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici dichiara:
“Bisogna uscire dalla logica unilaterale di affidare ai Comuni la leva fiscale esclusivamente sugli immobili.
Questa idea è un’ellissi concettuale poiché si basa sul presupposto che gli immobili, in quanto insistenti sul territorio, godono dei servizi comunali (manutenzione delle strade, verde, acqua, arredo, illuminazione, pulizia, trasporti, sicurezza, disinquinamento, fognature, smaltimento rifiuti ecc.). Ma, a ben vedere, sono i cittadini e non gli immobili a beneficiare dei servizi comunali finali: come peraltro si vede chiaramente quando si tratta, ad esempio, dei lavoratori pendolari che consumano prevalentemente i servizi in un Comune nel quale, né risiedono né pagano le imposte, personali o immobiliari che siano. Con l’impostazione che contestiamo si introduce un sistema di prelievo locale molto sbilanciato, perché gravante solo su una categoria di contribuenti: i proprietari immobiliari.
Occorre, viceversa, estendere la capacità impositiva comunale nei confronti della più larga base di contribuenti: cioè alla sfera dei produttori di reddito personale; in modo da coinvolgere nel processo del federalismo fiscale (volto ad attribuire ai Comuni una più ampia autonomia tributaria ed a realizzare un trasferimento di risorse fiscali agli Enti locali), tutti i contribuenti e non solo alcuni di essi”. Come? Ecco, in sintesi, la proposta.
Assoedilizia, che da diversi anni studia il problema con esperti dell'Università degli Studi di Milano coordinati dal prof. Gianfranco Gaffuri, Ordinario di Diritto Tributario nella Facoltà di Giurisprudenza, è approdata ad una soluzione che, a costo zero per il contribuente, consente di risolvere, ad un tempo, il problema di un adeguato incremento della capacità impositiva comunale e quindi quello del prelievo locale, il problema della equità nei confronti di tutti i cittadini e quello del concorso dei city users nel finanziamento dei servizi forniti dal Comune nel quale gli stessi esercitano l'attività lavorativa.
La soluzione ha un nome: ISCO-Imposta per i Servizi Comunali. Non rappresenta per chi vi è tenuto un aggravio tributario, in quanto l'importo sarà comunque detratto integralmente dall’IRPEF statale; l'ISCO costituisce in ogni caso un fattore di riequilibrio nella distribuzione delle risorse finanziarie tra Comune e Stato nell'ottica del federalismo fiscale e della sussidiarietà.
Tutti coloro che svolgono una attività lavorativa in un determinato Comune, compresi i cosiddetti “pendolari” (a Milano sono 700.000 e usufruiscono dei servizi pagati solo da una parte del 1.300.000 che vi risiede) devono essere soggetti all’imposta comunale percepibile anche attraverso il meccanismo dell'autodenuncia ed il versamento diretto o mediante ritenute da parte del datore di lavoro. Poiché appare equo non gravare di un ulteriore carico fiscale i contribuenti soggetti all'ISCO, è opportuno prevederne la detraibilità dalle imposte dirette erariali (IRPEF).
In tal modo, restando inalterata la pressione tributaria sul soggetto già gravato da imposte erariali e locali, si otterrà una più equa e razionale distribuzione del gettito fiscale fra centro e periferia, a vantaggio del Comune che fornisce i servizi; attuando in tal modo un salutare, ancorchè contenuto, decentramento tributario, nell'interesse dell'intero sistema pubblico e in riferimento agli sforzi compiuti da ciascuna comunità.

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