_news #49
10 Dicembre 2007
International University Monaco Carimate Campus - Presentazione
Sommario
1. Il Carimate Campus della International University Monaco
2. Il modello formativo
3. La dimensione di Carimate Campus
4. L’innovazione e la formazione universitaria di fronte al mutamento
5. Attività di formazione e assistenza
6. Le ascendenze del progetto universitario
7. Modalità di intervento di eventuali partner

1. Il Carimate Campus della International University Monaco
L’iniziativa di una università in Carimate, sostenuta dalla Giunta comunale e sviluppata nel corso degli ultimi due anni, è sfociata in uno studio di fattibilità elaborato da Angelo Caruso di Spaccaforno, professore di valutazione economica dei piani e dei progetti nella Facoltà di Ingegneria civile ambientale e territoriale del Politecnico di Milano, Polo di Como, da Massimo Santaroni, professore di Sistemi giuridici comparati nell’Università degli Studi di Trento, da Cesare Vaccà, professore di Istituzioni di diritto privato nell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con la collaborazione di monsignor Franco Buzzi, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e direttore dell’Accademia di San Carlo Borromeo, nonché del Cancelliere del Consolato del Principato di Monaco a Milano, Dott. Jacopo de Mojana di Cologna.
La selezione degli autori dello studio di fattibilità non è casuale: essi, infatti, hanno approfondito (A. Caruso di Spaccaforno, a cura di, Città costruita, qualità del vivere. Desideri, valori, regole, Marietti 1821, 2002; A. Caruso di Spaccaforno, Cesare Vaccà, a cura di, Architettura della città. Qualità del vivere. Percorsi, speranza, partecipazione, Marietti 1821, 2007) il tema
della qualità della città costruita, prospettando le condizioni di una ‘città possibile’, in grado di elevare la qualità del vivere anche mediante la più ampia partecipazione al processo decisionale dei molteplici attori protagonisti della trasformazione urbana e territoriale nel rispetto dell’etica dei rapporti sociali, profili che ricorrono nei corsi di laurea delineati.
Il Comune di Carimate è caratterizzato da una localizzazione particolarmente favorevole sia per i suoi rapidi collegamenti stradale e ferroviario con Milano e Como, sia per la qualità del vivere che, unita ad una elevata tutela dell’ambiente naturalistico, determina il progressivo trasferimento in questa armoniosa città giardino di nuovi abitanti non soltanto dal centro di Milano ma altresì da altre città italiane ed europee.
Lo studio di fattibilità si è avviato verso la realizzazione con l’accordo sottoscritto dai suoi autori con la prestigiosa istituzione universitaria del Principato di Monaco, International University Monaco [IUM] ed è stato condiviso dal Ministero dell’istruzione e della cultura del Principato stesso, nonché dalla sua sede consolare in Milano.
Da sottolineare che il Master Ium in Business Administration è posizionato in trentacinquesima posizione nella classifica dell’Economist dei primi 100 MBA al mondo: si tratta di un dato che, da solo, evidenzia le caratteristiche di Ium, riscontrabili nei corsi di laurea di elevato profilo, nonché nei master indirizzati alla formazione dei più elevati livelli del management della grande impresa.
Ium, inoltre, è parte del progetto sul quale Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto ha impegnato il Principato, proponendosi di fare di Monaco un riferimento internazionale per gli studi sull’ambiente e la qualità del vivere: il network strutturato da IUM rappresenta, a questo proposito, il tramite con atenei, istituti scientifici e di ricerca, istituzioni ed imprese nel mondo, dando luogo ad una rete di relazioni cui accedono altresì i soggetti che, a vario titolo, contribuiscono a rendere possibili i programmi e le attività della stessa Ium.
Il Carimate Campus, filiazione italiana di IUM, è stato presentato a Monaco alla presenza del Principe Alberto nel corso della serata di gala del 9 marzo 2007 ed è destinato ad affiancarsi a quelli di Taipei, già in attività, nonché di Parigi e New York, di prossima apertura, nella prospettiva di internazionalizzazione che sempre ha distinto le attività di questo ateneo.
Carimate Campus ha sede nel castello visconteo di Carimate, prestigiosa cornice particolarmente consona sia all’alto profilo internazionale degli iscritti ai diversi corsi, sia al carattere dei corsi stessi.
L’inserimento nell’abitato di Carimate comporterà, infine, positive ricadute sul territorio specie per quanto concerne lo sviluppo degli esercizi dedicati al commercio ed ai servizi.

2. Il modello formativo
L’offerta formative del Carimate Campus si articola in due corsi di laurea triennali: Public interests management in polis making choices e Hospitality and tourism services management, cui si affiancano i due master Polis Maker e Luxury good and services management.
L’innovazione impronta le metodologie didattiche e l’offerta formativa, connotando altresì il particolare approccio alle discipline in una prospettiva comparatistica; al contempo la pluridisciplinarietà è intesa quale interazione anziché mera cumulazione di differenti saperi.
In particolare, il corso di laurea Public interests management in polis making choices intende formare una inedita figura professionale volta a soddisfare la crescente domanda che, anche in ambito internazionale, è riposta sul bisogno di professionalità indirizzate al governo della complessità associata alle scelte da operare in prospettiva solistica relativamente al governo del territorio.
Il percorso formativo interdisciplinare è volto ad attribuire le competenze necessarie alla formazione del Polis maker, inedita figura chiamata a valutare le scelte correlate alla trasformazione della città e del territorio secondo un approccio anche umanistico, che amalgama le discipline che confluiscono nella salvaguardia dell’ambiente e del territorio, nella valorizzazione delle risorse architettoniche e ambientali, nelle scelte politico-sociali dei pubblici amministratori.
Analoga prospettiva impronta il corso di laurea in Hospitality and tourism services management, che affronta l’evoluzione della domanda turistica in relazione all’innovazione di una offerta sempre più segmentata per tipo e qualità nell’intento di soddisfare ogni emergente esigenza, coniugando così la dimensione culturale con la formazione economico gestionale nel settore dell’amministrazione delle imprese turistico ricettive con la tradizione delle grandi Ecoles hoteliers internazionali, impostazione assente nel panorama formativo del nostro Paese.
In particolare, non può prescindersi dalla circostanza che l’attuale scenario è caratterizzato dal superamento di tradizionali nozioni quali ‘turismo’, ‘vacanza’, ‘hôtellerie’, inglobati oggi nella differente prospettiva della mobilità individuale e collettiva: l’indirizzo da tempo seguito dall’Unesco impone, pertanto, modalità di studio e ricerca che collochino l’individuo e le politiche pubbliche di indirizzo al centro dei servizi offerti dagli operatori nel rispetto delle esigenze del turismo sostenibile.
A questi due indirizzi di studi, grazie all’esperienza di IUM, si affianca quello dedicato a Luxury Good and Services, volto a formare imprenditori e manager in grado di operare nelle aziende dei beni e dei servizi di lusso padroneggiando le dinamiche di consumo e le relazioni fra marca e cliente, con la capacità di gestire strategicamente e creativamente il marketing e le complesse politiche di branding.
Il master in Luxury good and services management si inserisce armonicamente nel progetto didattico in quanto, pur indirizzandosi ai tradizionali settori dei beni e dei servizi cosiddetti di lusso, assume a denominatore comune la ricerca della ottimizzazione del rapporto qualità/costo, nell’accezione di valore dei beni e servizi che connotano più in generale l’esistenza dell’uomo nei termini di ben–essere.
I corsi di laurea e post laurea indicati sono diretti alla formazione, sia sul piano tecnico che su quello culturale, di inediti profili professionali, colmando precise lacune della cultura universitaria, in Italia troppo spesso ancora riposta su schemi astratti, sempre più distanti dalla realtà.
Le imprese e le pubbliche amministrazioni necessitano di risorse umane che non rappresentino soltanto una mera sommatoria di tecniche, conoscenze e pratiche, ma che trovino il denominatore comune in un sistema di valori, oggi imprescindibile.
In questa prospettiva l’etica, di tradizionale pertinenza della religione e della filosofia, inizia ad essere percepita quale imprescindibile connotazione anche delle attività economiche ed una diffusa sensibilità verso la dimensione ‘morale’ dell’agire umano si sviluppa vieppiù.
La qualità dei prodotti o dei servizi ha cessato di rappresentare l’esclusivo elemento sul quale si struttura l’immagine degli operatori agli occhi del pubblico, la quale è oggi condizionata anche dalla sensibilità collettiva: i valori etici si intrecciano così con la legalità della condotta, e le dirompenti potenzialità di questo rapporto da tempo sono ben colte anche dalla dottrina aziendalistica.
Gli studi universitari non possono continuare a trasmettere mere conoscenze tecniche prive di una sistematizzazione e finalizzazione in un sistema di valori, che certamente non può essere quello della padronanza degli strumenti necessari al successo individuale.
Ciò presuppone precise caratteristiche anche sul piano didattico per quanto concerne:
o il profilo e l’impegno dei docenti;
o il coinvolgimento degli studenti.
I docenti devono condividere il principio di uno stretto coordinamento degli insegnamenti nella visione culturale unitaria del processo formativo, mentre gli studenti devono essere convinti che allo studio universitario si colleghino precisi impegni sul piano dei risultati e delle risorse che è necessario investire.
I piani di studio sono strutturati sulla progressione dei principali insegnamenti per l’intero arco degli studi, affinché ogni materia non sia fine a se stessa, ma rappresenti un elemento collegato agli altri in una progressione teleologicamente unitaria.
In questa prospettiva è evidente la rilevanza del ricorso a metodi di attivo coinvolgimento degli studenti in stages, seminari e testimonianze, atti a consentire di coniugare la prospettiva culturale con ogni insegnamento, specie se ‘tecnico’; al contempo un efficace sistema di tutorship deve assicurare ad ogni studente il necessario raccordo con il corpo docente.
Al radicamento del Carimate Campus nel territorio si affianca anche un profilo telematico della didattica, allo scopo di renderla accessibile ad un maggior numero di studenti, in uno scenario di internazionalizzazione atto a favorire gli scambi con Paesi emergenti, ed in grado di generare un indotto altresì nel tessuto imprenditoriale del canturino oltre che nella realtà turistica che contraddistingue Como e il suo lago.

3. La dimensione di Carimate Campus
Comune ai diversi indirizzi di studio è la formazione di operatori sensibili alla qualità del vivere, nei termini della ricerca del ben-essere, nell’intento di soddisfare una domanda di qualificazione professionale articolata ed evoluta.
Coerentemente alla filosofia di IUM, Carimate Campus non sarà una sede universitaria caratterizzata da grandi numeri: a regime –dopo tre anni- si prevedono, infatti, 150 – 200 studenti.
La qualità della didattica e della ricerca, il rapporto fra studenti e docenti, le opportunità cui entrambi possono avere accesso sul piano della mobilità internazionale, mal si conciliano, infatti, con un eccesso di iscrizioni ed, in ogni caso, il numero deglì studenti deve essere strettamente correlato alle strutture e potrà crescere solo in parallelo alle stesse.
L’impatto reale del Carimate Campus sarà, tuttavia, assai significativo innanzitutto per l’innovatività dei corsi offerti, che non trovano riscontro in altri atenei nazionali, delle materie d’insegnamento e delle stesse metodologie didattiche; in secondo luogo per il consenso creatosi intorno all’iniziativa, che vede –a diverso titolo- l’adesione di imprese di rilevanza internazionale, enti locali, studiosi e professionisti.
Lo scenario, pertanto, muta: non una sede universitaria di nicchia, ma una vera e propria cittadella universitaria, ove i corsi di laurea e post laurea si integrano fra loro, divenendo così un punto di riferimento nel panorama universitario nazionale ed internazionale.
L’originario progetto di sviluppo insediativo di Carimate, basato su principi si sostenibilità ambientale, trova pertanto un coronamento proprio nella nascita di un polo universitario che della valorizzazione dell’ambiente e della centralità dell’uomo fa il proprio impegno prioritario.
Grazie anche alla condivisione del progetto da parte di imprese ed istituzioni, Carimate Campus dispone, infine, di risorse destinate al finanziamento di borse di studio, contribuendo così alla internazionalizzazione degli iscritti assicurando a tutti pari opportunità di accesso.

4. L’innovazione e la formazione universitaria di fronte al mutamento
La dilatazione territoriale e l’accelerazione temporale proprie del tumultuoso sviluppo dell’innovazione gravano su imprese e istituzioni con ritmi assolutamente inediti, rendendo difficoltosa l’individuazione delle implicazioni e delle linee di tendenza sottese al continuo mutamento delle conoscenze, degli scenari, delle strategie.
Ciò presenta, come è evidente, profili attinenti tanto la formazione a livello superiore e universitario, quanto quella cosiddetta ‘permanente’, vale a dire successiva ad un ciclo di studi.
Due sono, quindi, le fasi del processo formativo rispetto alle quali può proficuamente configurarsi l’offerta di una università che ambisce di collocarsi in posizione preminente nel panorama italiano dell’istruzione e della formazione.
In questo scenario, al confine fra l’evoluzione, tecnologica, lo sviluppo del sistema economico e la dimensione in senso lato culturale, si riscontrano importanti tendenze: innanzitutto assume sempre maggior rilievo l’investimento in capitale umano; ma, soprattutto, è in relazione al diffondersi del progresso tecnologico e dei processi di riconversione e qualificazione richiesti dalla concorrenza e dall’integrazione, anche internazionale, che la formazione delle risorse umane diviene vieppiù una variabile decisiva per elevare il grado di efficienza del sistema.
Questa prospettiva abbatte, tra l’altro, progressivamente le distanze fra i profili culturali e professionali necessari per i dirigenti del settore pubblico e di quello privato, evidenziando inoltre come ai governi, alle organizzazioni internazionali ed alle imprese parimenti necessitano managers in grado di collaborare internazionalmente e di competere per innovare adeguando con tempestività al mutamento gli interventi pubblici e le strategie imprenditoriali.
Alle imprese, che vedono allargarsi e diversificarsi gli orizzonti, servono, d’altro canto, dirigenti consci del funzionamento d’insieme dei sistemi, sensibili ai profili anche istituzionali dei problemi e capaci di interagire con le pubbliche amministrazioni.
Si impone così l’esigenza del superamento dei modelli di accentuata specializzazione culturale che sembravano saldamente radicati: la ricerca scientifica e lo sviluppo dell’innovazione tecnologica evidenziano la necessità di dominare la complessità delle conseguenze, di valutare e dirigere la rapida evoluzione d’insieme del sistema economico e sociale, di gestire il progresso tecnologico, sviluppando parallelamente la capacità di decisioni strategiche lungimiranti.
Queste sono le esigenze per le quali vi è particolare scarsità di risorse a livello sia di imprese sia di istituzioni, esigenze che vengono accresciute dall’integrazione internazionale, perché questa richiede una classe dirigente, privata e pubblica, dotata della cultura generale necessaria per affrontare e comprendere contesti nuovi e diversi, adattandovi rapidamente le proprie azioni.
A ciò si associano le diverse implicazioni sul piano degli investimenti necessari tanto in termini di risorse umane, quanto finanziarie: la scelta fra l’una o l’altra opzione può così incidere significativamente sui risultati in funzione delle caratteristiche dell’impresa, né devono trascurarsi le ripercussioni, specie nel medio/lungo periodo, delle scelte che devono essere operate tanto sul piano degli interessi pubblici, quanto su quello delle strategie imprenditoriali.
Si tratta di esigenze che presuppongono capacità di governo superiori a quelle richieste in passato, di integrazione delle logiche di gestione di imprese complesse all’interno di un sistema globale che non ha precedenti, sapendo comunque cogliere le specificità locali ed individuare le somiglianze fra contesti culturali diversi, gestendo rapporti gerarchici e negoziabili nell’interazione con istituzioni pubbliche nazionali e sovrannazionali.
Sempre più numerosi fattori economici, politici, sociali e culturali interagiscono con i comportamenti delle istituzioni e le strategie delle imprese: di conseguenza i ‘tecnici’ devono essere in grado di padroneggiare la dimensione macro-istituzionale e le specificità dei vari settori, insieme alla dimensione micro dell’impresa, nonché la interazione fra le due sfere.
Questa interdisciplinarietà deve riflettersi sulla formazione degli operatori in due modi: innanzitutto i piani di studio, lasciati alle spalle le logore impostazioni tradizionali, devono essere articolati in corsi attinenti diversi temi di economia, diritto, scienze politiche, sociali e culturali insieme a discipline più specificamente tecniche, si è da fornire una visione olistica della attuale complessità.
In secondo luogo, all’interno dei singoli corsi che hanno attinenza ad aspetti macro e ad aspetti micro, devono ricercarsi costantemente la collaborazione didattica e l’integrazione fra le diverse discipline, assumendo le prospettive dell’innovazione e del ben-essere dell’individuo quale denominatore comune.
I programmi di studio devono, quindi, sviluppare la capacità di operare nella complessità globale del sistema evitando di enfatizzare specifiche competenze specialistiche: questa scelta rappresenta la risposta all’esigenza diffusa fra le istituzioni e le imprese di disporre di risorse umane con caratteristiche di adattabilità, flessibilità e sensibilità alle differenze culturali.
Di conseguenza il ciclo formativo deve fornire un metodo di lavoro ed una solida preparazione generale transidisciplinare, atta a sviluppare nelle successive fasi delle esperienze lavorative e formative le specifiche competenze specialistiche di volta in volta richieste.
L’interdisciplinarietà del percorso formativo non può tuttavia fondarsi esclusivamente sulla coesistenza nel medesimo piano di studio di materie appartenenti a differenti ambiti del sapere.
Questa, infatti, è solo una dimensione dell’interdisciplinarietà, che deve trovare anche una seconda dimensione all’interno dei contenuti di tutti gli insegnamenti.

5. Attività di formazione e assistenza
Lo sviluppo di iniziative di formazione e assistenza indirizzate agli imprenditori ed ai professionisti deve affiancarsi ai corsi di laurea e post laurea, anche per consentire un elevato tasso di utilizzazione della struttura universitaria nell’arco di tutto l’anno.
Interventi formativi possono essere realizzati i collaborazione con imprese ed associazioni imprenditoriali, eventualmente anche coniugando la fase della formazione con quella dell’assistenza eventualmente richiesta da specifiche operazioni.
Carimate Campus intende infatti rappresentare anche un sostegno operativo, assicurando competenze specialistiche di alto profilo ed esperienza, a chi, sul campo, si trovi ad affrontare questioni dal diverso grado di complessità con l’esigenza di individuare tempestivamente le decisioni da adottare.

6. Le ascendenze del progetto universitario
Angelo Caruso di Spaccaforno e Cesare Vaccà hanno dato vita nel 2004 al master universitario internazionale di II livello (18 mesi, 90 crediti) Il Polis maker per la gestione della trasformazione della città e del territorio, indirizzato alla formazione di un operatore di elevato profilo in grado di gestire in una prospettiva multidisciplinare, tecnica, ambientale, economica, giuridica, umanistica, gli interventi sull’ambiente costruito nella prospettiva della qualità del vivere.
Al master aderiscono, rilasciando un diploma congiunto, la Facoltà di Ingegneria civile ambientale e territoriale del Politecnico di Milano (Polo di Como), la Facoltà di giurisprudenza dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza, la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano, la Facoltà di Architettura dell’Ecole Polytechnique Federale de Lausanne, la Facoltà di Architettura della Universidad de Buenos Aires, il Centro di Ingegneria economica della Universidad Politecnica de Valencia,
Il master Polis Maker intende formare coloro i quali partecipano al processo di trasformazione della città e del territorio in veste di pubblici funzionari, professionisti, promotori di operazioni di project financing, imprenditori immobiliari, operatori finanziari, del settore assicurativo, di quello no profit, poiché la qualità della vita nelle ‘città costruite’ e quindi nelle ‘città vissute’, dipende in ampia misura dalle scelte di intervento degli amministratori pubblici e degli operatori privati.
Il Master, giunto alla terza edizione, si propone di sviluppare gli strumenti metodologici e operativi richiesti da una maggiore sensibilità verso lo ‘spazio esistenziale’ e, quindi, nei confronti non soltanto della dimensione urbana materiale, ma altresì di quella immateriale, facendo della qualità della vita e del ben-essere nell’ambiente urbano il baricentro del progetto didattico.
In questa prospettiva le aree di insegnamento relative alle modalità di intervento sul contesto urbano comprendono le scienze territoriali, la disciplina economico-estimativa, la disciplina urbanistica, la sociologia, la storia economica, la psicologia, l’etica, sì da fornire una visione integrata della gestione dell’ambiente costruito, tanto esistente, quanto -e specialmente- da realizzare.
Al Master fanno capo rapporti di ricerca e di scambio culturale con l’area della Regio Insubrica e con l’America Latina, che sono sviluppati tramite il Centro studi Polis-maker, costituito presso la Facoltà di Ingegneria civile Ambientale e Territoriale del polo di Como del Politecnico di Milano, e diretto da Angelo Caruso di Spaccaforno, Massimo Santaroni e Cesare Vaccà.
Un programma di ricerca Inter-Reg, il cui capofila per la Confederazione Elvetica è il Comune di Lugano, è stato attivato in relazione alle modalità di integrazione dei rapporti economici e culturali nelle regioni transfrontaliere fra Italia e Svizzera, ove le città di Lugano, Como e Varese si caratterizzano per situazioni di particolare complessità urbanistica in relazione alla loro trasformazione e valorizzazione.
Il Master ha attivato altresì proficui rapporti con Argentina e Brasile nell’ambito del programma dell’Unione europea Alßan, che contribuisce al reciproco riconoscimento dei titoli universitari fra l’Unione Europea e l’America latina, assegnando sin dalla prima edizione numerose borse di studio ai candidati latino americani interessati a condurre nella UE studi post lauream destinati a concludersi con il rilascio del diploma di un corso master o di dottorato; beneficiano del contributo Alßan anche i professionisti dei Paesi latinoamericani interessati ad una formazione specialistica di alto livello, o ad un aggiornamento presso un ateneo o una organizzazione europea.
La seconda edizione ha fruito nuovamente di borse di studio Alßan, unitamente ad un finanziamento del Ministero dell’università destinato alla internazionalizzazione dei master sull’asse America Latina, che consente a ben dieci laureati provenienti da Argentina, Brasile, Messico, Uruguay Venezuala, di partecipare al corso.
Il Master si avvia ad avere sede presso il Carimate Campus e le relazioni internazionali così sviluppate sono destinate a coniugarsi con quelle che fanno capo a IUM, inserendo così il Campus stesso in un network culturalmente ampio e diversificato.

7. Modalità di intervento di eventuali partner
Gli scenari dischiusi dal processo di sempre più ampia integrazione europea, dalla globalizzazione dei rapporti di scambio, dall’incremento della competizione, della mobilità delle risorse, della circolazione delle competenze e delle conoscenze, rappresentano il contesto nel quale Carimate Campus intende incisivamente agire.
L’offerta formativa è sviluppata in funzione delle caratteristiche di dinamicità, rapidità del mutamento, complessità e concorrenzialità con le quali quotidianamente si confrontano manager pubblici e privati, che necessitano pertanto di disporre di appropriati strumenti operativi.
La scelta di istituire la nuova sede universitaria ha alla base un progetto culturale che soddisfa bisogni ed esigenze, diretti ed indiretti, tutti egualmente profondi ed urgenti nei termini di confronto e di crescita sociale, culturale ed economica, con l’ambizione di recare un contributo allo sviluppo del sistema formativo nazionale.
Carimate Campus è una struttura universitaria al servizio degli studenti, incentivati e sorretti nella scelta dei percorsi di studio da intraprendere, fornendo un'offerta didattica di alto profilo mediante una comunità scientifica di ricerca, di assistenza e di stimolo, che si pone anche al servizio dei soggetti pubblici e privati –specie se operanti nel territorio- sostenendone l'innovazione, la competitività e il collegamento con lo scenario internazionale.
Cogliere le implicazioni di un progetto di queste caratteristiche significa collocarsi in una prospettiva che lasci alle spalle la concezione dell'università quale sistema chiuso, autoreferenziale e separato dalle istanze reali, riconoscendo l'originalità dell’apporto innovativo nei termini di ricchezza complessivamente indotta nella formazione del capitale umano.
Una struttura altamente qualificata, flessibile ed aperta, in grado di coniugare i bisogni della realtà locale con le esigenze espresse dal contesto nazionale ed europeo: questo è l’obiettivo al quale possono concorrere partner imprenditoriali interessati a recare sin dall’inizio il proprio contributo alla definizione tanto degli insegnamenti da impartire, quanto delle modalità didattiche, sviluppando insieme agli organi accademici logiche scientifiche, didattiche ed organizzative improntate alla qualità del servizio reso agli studenti ed al sistema.
Sarà così possibile consolidare una struttura universitaria qualificata, innovativa e a dimensione internazionale, che assuma quale impostazione alla base di ogni percorso formativo il mutamento e le modalità di rapportarsi ad esso nella prospettiva del ben-essere comune.
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