_news #222
02 Dicembre 2009
Convegno al Politecnico di Milano per celebrare i cento anni della nascita di Lodovico Barbiano di Belgiojoso e lo Studio BBPR
LA CITTA’ IDEALE OFFRE LA MASSIMA FELICITA’ AL MAGGIOR NUMERO DI CITTADINI
E’ il suo messaggio, datato 1933, più che mai valido oggi. Colombo Clerici, Assoedilizia: “Un architetto costruttore al servizio dell’uomo”.

Benito Sicchiero

Quando si celebra il genetliaco di un personaggio illustre lo scopo non deve essere solo quello di ricordare la persona ma far sì che il suo “messaggio” serva da guida al presente. E il messaggio di Ludovico Belgiojoso, anima dello studio di architettura BBPR, noto in tutto il mondo, pur redatto nel 1933 è quanto mai attuale: la città futura non è la più ricca o più popolosa ma la città che è in grado di offrire la massima felicità al maggior numero di persone.

E’ stato ricordato nell’aula Rogers del Politecnico di Milano dove una giornata di studi dal titolo “Lodovico Belgiojoso architetto. Per un’Italia altra”, organizzata dalla Facoltà di Architettura e Società ha inteso dare risalto al suo contributo personale all’interno della produzione complessiva dello Studio.

Presente l’intera, grande famiglia, tra cui il figlio Alberico, uno dei relatori, continuatore dell’opera paterna nello Studio che ha mantenuto il nome e docente presso la Facoltà di Architettura del Politecnico.

Due i temi in evidenza: il primo, l’impegno civile e politico di Belgiojoso volto alla ricerca di un’Italia altra che, nel corso della seconda Guerra Mondiale lo portò ad unirsi alla Resistenza cui farà seguito la deportazione a Mauthausen (dove morì l’amico Banfi); il secondo, le differenze tra le forti personalità dei quattro architetti – Belgiojoso, Gian Luigi Banfi, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers -, tutti laureati al Politecnico, che fondarono lo Studio trasformandolo in un laboratorio culturale di grande attualità.

A margine del convegno è stata allestita una mostra per completare i temi trattati con disegni, poesie e scritti di Belgiojoso.

La celebrazione del gruppo BBPR si articola in tre eventi: Ricordo dello Studio a Palazzo Reale di Milano; il convegno anzidetto; il convegno internazionale “Esperienzadell’Architettura: Ernesto Nathan Rogers”.

Altre manifestazioni si sono tenute a Trieste, Roma, Venezia, Parma.

Milano negli anni ’50, è stato detto, era una città con grandi problemi: ma era fervida di impulsi culturali generati dai giovani, oltrechè di realizzazioni: oggi i progetti sono incompiuti e controversi, il dibattito è scarso, i giovani esclusi.

Erano i tempi del PIM-Piano Intercomunale Milanese, che tentava di razionalizzare l’inevitabile espansione della città in un rapporto più ragionato con la campagna, in un processo di crescita che doveva essere anche di sviluppo.
La diffidenza della politica e la costituzione della Regione bloccò il progetto: Belgiojoso, con il Piano Regionale della Val d’Aosta del 1936, voluto dall’imprenditore-umanista Adriano Olivetti, aveva dimostrato come fosse possibile conciliare sviluppo e territorio.
Fu il primo di tali studi in Italia ed ottenne riconoscimenti europei.
Riconoscimenti e realizzazioni che proseguirono nei successivi decenni: la Torre Velasca di Milano, simbolo di un’architettura che fa propria la cultura del territorio, la Metropolitana del Veneto, il centro di Kuwait City, il Centro storico di Genova, la consulenza paesistica per le autostrade, i Piani paesistici di Bellagio e della Comunità del Garda, la superstrada Lecco-Colico, il traforo dello Stelvio, uno studio per Piazza Duomo di Milano (da piazza dei milanesi del centro a Piazza di tutti, immigrati compresi), fino alla recente ristrutturazione di Palazzo Reale: affrontando i temi della grande dimensione, più complessi delle cosiddette opere di architettura, ma con il comune denominatore dell’architettura al servizio dell’uomo e rivolta al futuro.

Un messaggio più che valido di fronte al disorientamento di oggi. Come afferma il Presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici legato a Belgiojoso e alla famiglia da antichi e forti vincoli di stima e di amicizia: “Un vero architetto costruttore che guardava non solo alle questioni di immagine, ma alla realizzazione di infrastrutture e di strutture al servizio dell’uomo. La sua è stata una lezione di grandissima attualità e pregnanza, soprattutto per i giorni d’oggi, nei quali deve dominare una urbanistica etica, basata sull’equità e sulla sostenibilità: perchè, nel progettare l’urbanistica, egli partiva dalla progettazione del territorio e dell’ambiente da rispettare e da salvaguardare, per approdare
alla progettazione del territorio da trasformare”.

Chi scrive ha avuto il privilegio di intervistare Belgiojoso per la rivista di Assoedilizia “La Proprietà Edilizia”: era gravemente malato, costantemente assistito da un’infermiera, ma ha voluto comunque offrire al cronista – e per suo mezzo, probabilmente per l’ultima volta, alla gente – un messaggio di grande cultura e di grande umanità.

I lavori, coordinati dal preside Pier Carlo Palermo e da Cesare Stevan, hanno visto gli interventi di Silvano Tintori, Giuliana Ricci, Matilde Baffa, Sergio Crotti, Marco Dezzi Bedeschi, Guya Bertelli, Serena Maffioletti, Aldo Castellano, Gianfranco Maris, Valerio Di Battista, Maurizio Vogliazzo, Giampiero Bosoni, Augusto Rossari, Aurelio Cortesi,
Fabrizio Schiaffonati, Donatella Bisutti, e la conclusione del rettore Giulio Ballio.

Il Comitato d’Onore: Letizia Moratti, Giulio Ballio, Pier Carlo Palermo, Amerigo Restucci, Alberto Artioli, Roberto Cecchi, Achille Colombo Clerici, Claudio De Albertis, Arturo Dell’Acqua Bellavitis, Gianfranco Maris, Giovanna Mazzocchi, Davide Rampello, Daniela Volpi.

Comitato scientifico: Matilde Baffa, Alberico Barbiano di Belgiojoso, Guya Bertelli, Valerio Di Battista, Augusto Rossari, Silvano Tintori.

Mostra e documentazione: Federico Brunetti, Guya Bertelli, Alessandra Cattanei, Leyla Ciagà, Marco Ghilotti.

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