_news #215
23 Novembre 2009
Convegno sul tema dell'integrazione Cinese in Italia - Assoedilizia - Istituto Italo cinese Milano 19 novembre 2009
Nella sede di Assoedilizia a Milano convegno organizzato dall’Istituto Italo Cinese Vittorino Colombo
LA COMUNICAZIONE STRUMENTO PER INTEGRARE LA REALTA’ CINESE IN ITALIA

Benito Sicchiero

In cinese la parola pensiero si scrive con due ideogrammi: cuore e testa. Perché esso è il frutto di razionalità e di emotività.
Basta questo per comprendere quanto profonda sia quella cultura di cui conosciamo poco o nulla. Ed è vero il contrario.

Allora come si può parlare di integrazione se non si conosce l’“altro”, se prevalgono i pregiudizi e gli stereotipi, se si vuole imporre la cultura nostra, se non si costruiscono ponti di conoscenza reciproca a cominciare da corsi di insegnamento della lingua?

Eppure ce n’è bisogno. La realtà cinese a Milano come in Italia è troppo importante sia numericamente – oltre 15.000 a Milano, la terza comunità dopo quella filippina ed egiziana, oltre 200.000 in Italia – sia per incidenza nel tessuto economico come i casi di Prato e di Como insegnano.
Ed è in rapida trasformazione. Nel 2004 le attività commerciali cinesi (distribuzione) hanno superato quelle produttive; gli studenti cinesi nelle nostre università sono passati da circa 600 in tutta Italia nel 2004 ad oltre 2000 solo a Milano; i nuovi migranti (patrioti globali si autodefiniscono) sono imprenditori e professionisti.

La politica nazionale e locale tenta di governare il fenomeno con scarsa conoscenza e con leggi e normative “a posteriori”, cioè trattando le sue conseguenze, non le origini.

E’ la conclusione del convegno “La comunità cinese di fronte alle sfide dell’integrazione” organizzato a Milano dall’Istituto italo-cinese Vittorino Colombo con l’alto patronato del Consolato generale della Repubblica Popolare di Cina e la collaborazione di Assoedilizia che lo ha ospitato nelle sue sale. Tra i molti partecipanti, una folta rappresentanza cinese.

Dopo l’apertura dei lavori del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici, mons. Gianni Zappa, moderator curiae dell’Arcidiocesi milanese ha portato il saluto del cardinale Tettamanzi ed ha ricordato come il processo di integrazione si basi su un lungo e paziente processo di comunicazione e di dialogo. Comunicazione che è assolutamente inadeguata se è vero, come è vero, che sulle pagine dei giornali, nei servizi televisivi, la comunità cinese è conosciuta soltanto per i fatti di via Sarpi o per il numero delle parrucchiere che fanno concorrenza alle colleghe milanesi: “E’ più facile chiudersi che dialogare, che incontrare l’‘altro’ su un piano di pari dignità”ha detto Zappa. Ed ha portato ad esempio l’oratorio della parrocchia della Santissima Trinità dove l’integrazione è un fatto reale.

Ottimista su questo futuro di integrazione il Console generale Zhang Limin che ha sottolineato le positive caratteristiche della comunità cinese basate su laboriosità, serietà, propensione al risparmio, spiegando i motivi della presunta chiusura dei connazionali alla società circostante: essa è dovuta all’ignoranza della lingua che gli immigrati degli anni ’90, provenienti da regioni povere della Cina, non hanno potuto apprendere impegnati com’erano nel lavoro.
Ma le cose stanno cambiando con l’arrivo dei “nuovi cinesi”, figli di famiglie benestanti, più acculturati e aperti alle nuove società, italiana ed europee.

Carlo Moro, presidente vicario dell’Istituto Italia Cina Vittorino Colombo, ha ricordato la funzione, tuttora importante, dell’Istituto, frutto della felice intuizione del grande uomo politico che 40 anni fa istituì il primo ponte culturale tra i due Paesi.

Dalle relazioni successive, moderate da Agostino Giovagnoli dell’Università Cattolica di Milano, è emerso il quadro della presenza cinese a Milano. Elisa Giunipero, Comunità di Sant’Egidio: i primi cinesi sono giunti in via Canonica da Parigi alla fine degli anni ’20.
Oggi, a differenza di altre comunità, sono costituiti prevalentemente da famiglie con figli; ed anche se agli occhi occidentali sembrano costituire una classe omogenea, sono diversi per status economico, sociale e culturale nonché per provenienza da Province differenti tra loro anche nella lingua.
E ancora: il nuovo migrante è “globale” nel senso che oggi opera in Italia, domani, indifferentemente, in Germania o in Sudamerica sempre alla ricerca di nuove opportunità.

Mentre i vecchi immigrati raggiungevano un Paese per rimanerci, oggi puntano a rientrare in Cina. E’ indispensabile quindi che i decisori, nazionali e locali, aggiornino le loro conoscenze altrimenti prepareranno “ricette” per realtà superate. Come conferma l’imprenditore Angelo Ou, nato a Milano da immigrati di prima generazione, che, ricco di episodi sulla vita della comunità milanese, accusa la politica italiana di legiferare sull’emergenza e non sul day by day.

Giovanni Pesce, Comitato esecutivo di Assiom ha trattato il rapporto tra comunità cinese e il sistema bancario italiano. In precedenza Luca Ratti della Banca Profilo e Alfredo Agustoni ricercatore della Fondazione Ismu hanno presentato due volumetti bilingui: la “Guida legale per lavorare e vivere in Italia” redatta dallo Studio Picozzi Morigi di Roma, sponsor Banca Profilo (ad esempio, come conservare i cibi nei ristoranti); e “Abitare in Lombardia”, promosso dalla Regione e realizzato con la Fondazione Ismu, in collaborazione con Assoedilizia, attraverso il Progetto Radici (ad esempio, come comprare casa).


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