_news #138
24 Settembre 2008
Galleria 2: Assoedilizia no al Concorso di progettazione
Il concorso di progettazione per la Galleria Vittorio Emanuele espone al rischio di fare investimenti a vuoto.

Dichiarazioni del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici:

“Il tema della sistemazione della Galleria Vittorio Emanuele a Milano implica, tra gli altri, il problema della buona gestione dei beni immobili comunali: i quali, se non sono destinati ad una funzione di uso pubblico (come ad esempio nel caso di Palazzo Reale), devono essere amministrati in modo da rendere un utile economicamente congruo.
In passato, questo aspetto non sempre è stato curato, complici un malinteso e distorto senso del dovere pubblico di provvedere – in modo, per la verità poco trasparente – a compiti assistenzialistici, e talvolta favoritismi di natura clientelare.
Così associazioni varie, ma anche privati,per abitazioni e locali ad altri usi, godevano di affitti a prezzi "assai convenienti" per usare un eufemismo.
Chi ha una minima nozione di gestione degli immobili, sa che, se non si vogliono fare investimenti a vuoto, è necessario trovare la funzione, quindi l'utilizzatore finale, prima di impostare qualsiasi progetto.
E sa anche che bisogna aspettare talvolta anni prima di trovare una soluzione soddisfacente; tenendo magari l'immobile sfitto ed in condizioni di manutenzione ovviamente non ottimali.
Con riferimento alla Galleria, la realizzazione dell'albergo a sette stelle "Town House Hotel" è l'esempio di questo modo di procedere.
Non concordo quindi con la proposta di dar luogo ad un concorso di progettazione, per la sistemazione della Galleria.
Strada non consigliabile perché, con riferimento all'utilizzo degli spazi interni, espone al rischio di ritornare al passato, mettendo il carro davanti ai buoi coll' anteporre il progetto alla ricerca della funzione – che ovviamente non matura dall'oggi al domani.
Rischio aggravato dalla prospettiva che i vari progettisti si facciano prendere dalla velleità di "rifirmare" il monumento; un po' come succede a piazza del Duomo, oggetto, da più di cent'anni, di riprogettazioni che riempiono corposi volumi.
È consigliabile, quindi, una manutenzione filologicamente rispettosa del luogo: ed una operazione di recupero, quale quello che si sta conducendo all'interno degli edifici:se oggi si presentano in stato di degrado è proprio perché gli appartamenti sono stati "liberati" dall'incuria in cui si trovavano: verranno occupati in concessione e gli accordi con il Comune, sotto la supervisione della Soprintendenza (in quanto gli edifici, appartenenti al patrimonio indisponibile comunale, sono interessati dal vincolo storico-monumentale) potrebbero benissimo contemplare l'impegno, per il concessionario, di provvedere direttamente ai lavori di ristrutturazione. Dev'esser chiaro comunque che, se anche il costo di ristrutturazione è posto a carico del concessionario, esso rientra comunque nel calcolo economico della determinazione del canone (perché le opere realizzande sono in ogni caso utilmente acquisite dalla proprietà): e bisogna dunque aspettarsi che il canone che si andrà a concordare sia nettamente inferiore a quello di mercato, che si applica in caso di spazi perfettamente agibili”
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