_news #127
09 Agosto 2008
Il popolo della notte, nelle nostre città
Dichiarazioni del pres.di Assoedilizia e della Associazione italiana Amici dei Grandi Alberghi Achille Colombo Clerici a RADIO CIRCUITO MARCONI:
“Vorrei premettere che, della vita notturna della città di Milano, non solo non esistono dati ufficiali (non so peraltro quante città italiane ne dispongano, ma credo ben poche), né quantitativi, né qualitativi; e non sono mai stati compiuti rilevamenti, né monitoraggi seri di ciò che avviene di notte in città.
Sicché la vita notturna a Milano possiamo dire si "autogoverni" sulla base degli impulsi e delle iniziative che promanano dagli operatori economici del settore.
Non è infatti possibile, senza un adeguato apparato statistico, impostare un progetto minimamente serio di governo del fenomeno, né assumere decisioni consapevoli.

Se volessimo fotografarlo, nel suo manifestarsi esteriore, potremmo anzitutto rilevare che a Milano (come a Bologna ed a Treviso, mentre a Roma ed in altre città italiane ha cominciato a diffondersi da poco) il mondo della generazione intermedia (trenta-quarantenni) del terziario avanzato ha scoperto l'happy hour: un modo sbrigativo e disinvolto di trascorrere la prima parte della serata in locali che permettono, al tempo stesso, un po' di svago dopo il lavoro, occasioni di socializzare, e, per chi lo vuole, di mettere qualcosa sotto i denti (uno stuzzichino, anche abbondante, che per taluni sostituisce il pasto della sera, il tutto compreso nel prezzo dalla consumazione delle bevande).
Comincia così la serata della gran parte dei "consulenti" (professionali, finanziari, commerciali, tecnici) che caratterizzano ormai decisamente la città.
Alle 10,30/11 questi locali (moltissimi bar, ma anche grandi locali creati appositamente) si convertono alla vita notturna .
Chi non va a casa (e sono i più) si reca al ristorante e poi in discoteca.
Una lunga notte che dura spesso fino alle tre; e, nei fine settimana, fino alle cinque del mattino.

Molti di questi abitatori della città notturna hanno ritmi di lavoro frenetici: giovani coppie, fidanzati e coniugi, non si ritrovano a casa per cena, ma si danno appuntamento all'happy hour. La cocaina spesso è usata anche per reggere i ritmi stressanti di siffatta vita.
Se poi molti matrimoni vanno a rotoli è colpa anche di questo disordine nel vivere.

L'happy hour non è che una parte della vita notturna della città: che è in forte ripresa.
Con una differenza, rispetto al passato: prima era concentrata prevalentemente all'interno del centro storico; ora si diffonde in tutta la fascia semicentrale e semiperiferica a motivo della spiccata terziarizzazione del centrosempre più occupato da uffici e sempre meno dalla residenza.
I locali di questa "moda" sono sparsi in tutta la città ed i frequentatori, si calcola possano essere (azzardando una cifra) oltre 20.000.

La movida, è fenomeno più ampio che comprende il primo. Nei bar, nei locali notturni, d'estate prevalentemente all'aperto; locali che permettono di tirar tardi nelle strade e nelle piazze: con i più giovani, gli studenti (in città ci sono decine di migliaia di fuori sede) coloro che hanno meno soldi da spendere.
La movida è localizzata prevalentemente in alcune zone particolarmente "calde" di Milano, dove, soprattutto d'estate, il rumore ed il chiasso dei frequentatori, la fanno da padroni, facendo letteralmente impazzire i residenti.
Tutti si spostano in auto,in moto,con i motocicli.

Poi ci sono i pendolari della notte: coloro che vengono in città dall'hinterland, da tutta la provincia, dall'area interregionale ed anche dalla vicina Svizzera, alla ricerca di ciò, che solo una grande metropoli può offrire, anche in termini di trasgressione.

I turisti (italiani e stranieri) che popolano i 364 alberghi di Milano

Parallelamente si muove la fiumana di coloro che percorrono la città in moto o in auto alla ricerca di occasioni ovvero per bighellonare; vecchia abitudine non ancora caduta in disuso.
Si possono stimare nell'ordine di 25.000 veicoli.

Lucciole circa 2.500 e viados 250: prevalentemente nella strade periferiche o semiperiferiche ed in alcune vie particolari.
Anche in questo campo si registra, negli ultimi anni, una inversione di tendenza rispetto al passato, che vedeva una localizzazione prevalente centrale del fenomeno.

Concludono il panorama della vita notturna di Milano coloro che lavorano di notte.
-Gli addetti ai servizi primari;
-Alcuni professionisti quali,da sempre, i giornalisti e,negli anni recenti, gli operatori della finanza .
-Le forze dell'ordine.
-I taxisti; grandi conoscitori della citta''

Una minoranza, in termini numerici assoluti, ma assai dannosa: quella dei ladri e degli imbrattatori di muri.
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